Lo sai che il trasporto delle api: è il maggiore responsabile della diffusione dei virus? In un’interessante studio alcuni ricercatori del Regno Unito e delle Hawaii, hanno potuto misurare, grazie al relativamente recente arrivo nell'Isola del Pacifico della varroa, i cambiamenti nella prevalenza, quantità e varianti dei virus delle api. L'arrivo dell'acaro ha fatto aumentare la prevalenza di una singola specie virale, il virus delle ali deformi (DWV), che è passato dal 10 a 100%, e questo è stato accompagnato da un aumento di milioni di volte nella concentrazione virale e una massiccia riduzione della diversità del virus. Oramai, un unico ceppo di DWV ha la predominanza su altre varianti. Pertanto, la diffusione globale di Varroa ha permesso al DWV di diventare uno dei virus degli insetti più diffuso e contagiose del pianeta.
Ed infatti si sta sempre più delineando la tesi che la letale combinazione Varroa-DWV sia tra le principali cause della forte moria di api che ha spazzato via milioni di alveari negli ultimi decenni. La Varroa si riproduce e si nutre principalmente a discapito della covata delle api, mentre il virus delle ali deformi debilita e uccide le api adulte, ovvero un doppio colpo devastante per le colonie.
Uno studio condotto dall'Università Exeter's Centre for Ecology and Conservation (UK) e pubblicato sulla rivista Science ha concluso che la diffusione del virus delle ali deformi è dovuta alle attività umane ed è partita dalle api di origine europea, grazie al commercio ed il trasporto delle api. Quindi l'Europa sarebbe il punto di partenza della diffusione globale della combinazione letale di Virus delle ali deformi e Varroa.
I ricercatori hanno analizzato per la presenza del virus delle ali deformi i campioni di api e Varroa provenienti da tutto il mondo. Hanno ricostruito la diffusione del Virus delle ali deformi e hanno scoperto che l'epidemia si è diffusa in gran parte dall'Europa verso il Nord America, l'Australia e la Nuova Zelanda. Hanno trovato qualche movimento bidirezionale tra Europa e Asia, ma nessuno tra Asia e Australasia, nonostante la loro maggiore vicinanza. Il team ha anche esaminato i campioni provenienti da altre specie sospettate di trasmettere la malattia, tra cui diverse specie di api, acari e bombi, ma hanno concluso che l'ape europea è stato il trasmettitore chiave.
Questo dimostra che la sua diffusione è in gran parte artificiale. Infatti se la diffusione si fosse realizzata naturalmente, ci si sarebbe aspettato di osservare la trasmissione tra i paesi che sono vicini gli uni agli altri. Ciò rafforza in modo significativo la teoria che il trasporto umano delle api è il maggiore responsabile della diffusione di questa malattia devastante.
Questo studio dimostra, quindi, i rischi insiti nella movimentazione degli animali e delle piante in tutto il mondo. Le conseguenze possono essere devastanti, sia per gli animali domestici e per la fauna selvatica. Il rischio di introdurre virus o altri agenti patogeni è solo uno dei molti potenziali pericoli. Secondo gli autori della ricerca è indispensabile mantenere stretti limiti sul movimento delle api ed è altrettanto importante che gli apicoltori a tutti i livelli adottino severe misure per il controllo della Varroa nei loro alveari, in quanto questa malattia virale può anche interessare impollinatori selvatici.
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